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Massimo

Albertengo

Albertengo Panettoni
1905 - Inizio ufficiale dell'attività di panificazione della famiglia Albertengo, portando avanti una tradizione già radicata da due secoli.
1950 - Domenico Albertengo introduce la produzione del panettone, segnando una svolta nella storia aziendale.
1988 - L'azienda sceglie di specializzarsi esclusivamente nella produzione di panettoni, consolidando la propria posizione nel mercato.
1990 - Lancio del Panettone al Moscato, una novità che ha portato il marchio Albertengo a essere riconosciuto a livello internazionale.

capitoli

Il cammino della famiglia Albertengo

La storia della mia famiglia ha inizio molto prima della mia nascita, in un piccolo borgo piemontese dove il tempo sembra scorrere al ritmo dei campi e dei profumi di forno. Torre San Giorgio, una comunità con quasi 700 anime nella provincia di Cuneo, era, agli inizi del Novecento, un luogo prevalentemente agricolo.

Mentre il paese viveva di lavori rurali, il 1905 segnava per noi l’inizio ufficiale della nostra attività di panificazione. Tuttavia, secondo le fonti d’archivio, gli Albertengo erano panettieri da almeno due secoli, portando avanti l’arte bianca come una vera e propria vocazione familiare.

Michele e Lucia: la forza delle radici

Al mio bisnonno Giovanni Battista succedette mio nonno Michele Albertengo, nato nel 1881, un uomo che vide nascere la Panetteria Albertengo accanto a suo padre e lo affiancò in tutte le prime fasi dell’attività. Michele visse gli anni difficilissimi per l’agricoltura italiana tra le due guerre mondiali, in un’epoca che richiedeva grande tenacia e adattamento.

Con la sua indole estroversa e un grande senso di responsabilità verso la famiglia, mio nonno Michele era sempre pronto a coinvolgere chiunque, che fossero giovani o anziani, e anche quando ormai non era più direttamente impegnato nell’attività si fermava in piazza a Torre San Giorgio per chiacchierare con i compaesani, amico di tutti.

Accanto a Michele, mia nonna Lucia, conosciuta affettuosamente come “Gin”, fu una figura cruciale per la famiglia e per l’azienda. Nata nel 1889, Lucia compensava con la sua concretezza e lungimiranza la personalità anche troppo espansiva di mio nonno, diventando il vero motore della famiglia e dell’impresa.

 

Mia madre Caterina, che ancora oggi ne parla con ammirazione, ricorda sempre che “Lucia era la mente e l’anima della famiglia”, capace di prendersi cura di ogni figlio senza favoritismi e di gestire l’azienda con una visione chiara. Quando purtroppo venne a mancare, nel 1948, la sua assenza lasciò un vuoto enorme, eppure il suo esempio continuava a guidarci.

Il coraggio di Domenico e l'inizio del panettone

Negli anni Cinquanta, mio padre Domenico prese in mano l’attività di famiglia con la stessa passione dei suoi genitori e dei nonni, ma con un desiderio in più: innovare. Nato nel 1929, era cresciuto in anni difficili, imparando presto cosa significassero impegno e sacrificio, ma anche intuendo che era possibile guardare oltre le consuetudini del nostro paese. Così, nel forno di famiglia, accanto ai torcetti e ai savoiardi che avevamo sempre prodotto, ebbe l’audacia di introdurre qualcosa che avrebbe cambiato la nostra storia: il panettone.

All’epoca, produrre panettoni in un piccolo laboratorio di campagna poteva sembrare un’idea bizzarra, ma mio padre non si lasciò scoraggiare. Nonostante le incertezze di molti, seguì la sua visione e trasformò il panettone in un successo. Questo fu solo l’inizio di un lungo percorso che ci accompagnò negli anni Settanta e Ottanta. Anni in cui l’azienda consolidò un cammino costante e deciso, e io e mia sorella Livia cominciammo a muovere i primi passi attivamente al suo fianco.

Fu in quegli anni che capimmo, un po’ alla volta, che il futuro non era nel produrre di tutto, ma nel focalizzare le energie, le intuizioni e gli investimenti su pochi prodotti, diventandone specialisti. Ricordo che non fu facile: ogni linea di prodotto che avevamo creato rappresentava una parte della nostra storia. Decidere di accantonare alcune di esse era come lasciare andare una parte di noi stessi. Ma sapevamo che la specializzazione ci avrebbe permesso di emergere in un mercato sempre più competitivo.

La svolta definitiva arrivò nel 1988, quando decidemmo di dedicarci esclusivamente al panettone. Fu una scelta difficile, una di quelle decisioni che, una volta prese, sai che trasformeranno il tuo percorso. Da lì in poi, il binomio tra Albertengo e il panettone divenne indissolubile, con un obiettivo ben chiaro: raggiungere la massima qualità e offrire un prodotto di cui saremmo stati fieri.

A partire da quel momento, la domanda non fece che crescere, e in pochi anni il nostro forno divenne famoso non solo a Torre San Giorgio, ma anche ben oltre i confini locali.

Nel 1990 lanciammo poi il nostro primo Panettone al Moscato, una novità che subito conquistò il palato dei nostri clienti e aprì la strada a nuove varianti che avrebbero segnato la nostra storia, nate dalla collaborazione con produttori di vino lungimiranti. Esso è divenuto un simbolo del nostro marchio e ha contributo a farci conoscere tra i produttori italiani di eccellenza, portando con sé non solo in Italia a anche all’estero il nostro nome e le nostre radici.

Albertengo panettoni laboratorio
Albertengo coniugi

Dalla “casa del pane” alla Maison Albertengo

La “Maison” Albertengo ha preso vita come una piccola “casa del pane,” dove la produzione si adattava a spazi limitati senza mai esagerare. Tuttavia, nel 1998, capimmo che i 5.000 metri quadrati a disposizione non bastavano più per sostenere la crescita della nostra azienda. Mio padre, Domenico Albertengo, con grande lungimiranza, acquistò nel 1999 un terreno di fronte alla nostra struttura, pronto per costruire un nuovo stabilimento.

La sua prematura scomparsa rallentò il progetto, costringendoci a rimanere nei vecchi locali. Ma insieme a mia madre e a Livia sapevamo che dovevamo realizzare il sogno di una struttura all’altezza delle esigenze moderne. Nel 2005, finalmente, progettammo l’ampliamento, puntando su spazi più ampi e su una nuova realtà produttiva, capace di coniugare modernità e tradizione.

Nel 2010 compimmo un ultimo passo strategico: realizzammo un nuovo stabilimento di produzione a Torre San Giorgio, in Via Cardé. Qui, in un ambiente moderno e all’avanguardia, riuscimmo a dare al nostro panettone la casa che meritava, con spazi e tecnologie all’altezza del nostro sogno e della qualità a cui avevamo sempre aspirato. È un orgoglio vedere come questo cammino, partito dal piccolo forno di mio padre, oggi abbia portato il nome Albertengo e il nostro panettone a essere apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo.

Ogni aspetto della produzione è progettato per garantire la massima qualità, dall’automazione che riduce il rischio e i tempi di lavorazione fino alla flessibilità degli spazi, tutti mirati a preservare la tradizione. L’aria è costantemente filtrata e il processo produttivo è attentamente monitorato, assicurando che ogni panettone mantenga l’autenticità e il sapore che contraddistinguono la “Maison del panettone Albertengo”.

Rispetto per le radici e sguardo rivolto al futuro, con l'impegno di vivere una vita che celebri la tradizione e accolga l'innovazione.

MASSIMO ALBERTENGO storia

Una storia che continua: la nuova generazione

Oggi ho l’onore di portare avanti l’eredità di Giovanni Battista, Michele e Lucia, e, soprattutto, di mio padre Domenico, un esempio di integrità e determinazione che mi ha insegnato l’importanza di preservare la tradizione senza mai perdere di vista l’innovazione. Fin da subito, ho puntato a mantenere salde le nostre radici, investendo sulla qualità dei nostri prodotti e sul benessere dei collaboratori, che considero parte della famiglia Albertengo.

Insieme a mia sorella Livia e con il supporto di mia madre Caterina, che è anche Presidente dell’azienda, ogni giorno mettiamo tutta la nostra passione e cura nel creare panettoni che siano espressione della nostra storia e della nostra visione del futuro. Questo ci ha permesso di affrontare le sfide del settore e di continuare a crescere, consolidando la nostra reputazione.

I miei figli, Giorgia e Amedeo, seppure ancora studenti, mostrano grande interesse per l’attività e il desiderio di rappresentare la quinta generazione di Albertengo.

Sono orgoglioso di vedere la nuova generazione coinvolta nel nostro percorso. Un giorno, quando saranno pronti, spero che raccoglieranno questa eredità per continuare a portare il nostro panettone nei mercati di tutto il mondo. Il loro entusiasmo e il rispetto per la storia dell’azienda sono la dimostrazione che i valori della famiglia Albertengo sono ancora il cuore pulsante dell’attività.

Guidare l’azienda significa per me e la mia famiglia custodire un tesoro, una storia che unisce rispetto per il passato e apertura al futuro. In un mondo in rapido cambiamento, restiamo ancorati ai valori che ci hanno reso grandi, ma non smettiamo mai di esplorare nuove strade. Essere parte della tradizione Albertengo vuol dire vivere ogni giorno con la consapevolezza di appartenere a qualcosa di più grande e di avere una missione: rendere il nostro panettone simbolo dell’eccellenza made in Italy in tutto il mondo.

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Massimo Albertengo Panettoni

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