I prototipi di Fallacara tra le eccellenze italiane in mostra a Verona
A Verona, mercoledì 28 settembre aprirà Marmomacc, la manifestazione leader mondiale per l’industria del settore della pietra: dai prodotti grezzi ai semilavorati e finiti, dai macchinari e le tecnologie per la lavorazione alle possibili applicazioni della pietra nell’architettura e nel design.
L’iniziativa 2016 è supportata dal Ministero per lo Sviluppo economico, dall’Ice – Italian Trade Agency e da Confindustria Marmomacchine, nell’ambito del Piano di Promozione straordinaria del Made in Italy per la valorizzazione dell’eccellenza del comparto litico e tecnologico nazionale.
Alla vetrina, tra le 1.650 aziende di 53 nazioni, sarà presente con cinque prototipi il Politecnico di Bari che portano la firma dell’architetto coratino Giuseppe Fallacara.
I progetti
La pietra, materia prima antica. La fibra di carbonio, il presente e il futuro. I due materiali, apparentemente distanti tra loro, sono confluiti in un progetto di un gruppo di ricerca New Fundamentals Research Group, del Dipartimento di scienze dell’ingegneria civile e dell’architettura (Dicar) del Politecnico.
Il risultato si chiama Möbius Seats (Fallacara): due sedute, una sedia e un divano, costituite da un nastro lapideo dallo spessore di 2 centimetri in “perlato di Sicilia” rinforzato con fibra di carbonio, realizzati assieme alle aziende Mgi Sicilmarmi (Massa Ms) e Generelli Sa (Rivera Svizzera). La struttura è stata ricavata per sottrazione di materiale lapideo da un intero blocco e il prodotto finito, nonostante l’apparente fragilità, consente, grazie alla fibra di carbonio, leggerezza e resistenza che si esprime con un inusuale eleganza di forma, di stile e di colore. La ricerca sulla pietra fibrorinforzata è oggetto infatti, di una specifica tesi di dottorato all’interno del Consorzio tra Politecnico di Bari e Università degli Studi Roma Tre. Tale ricerca ha accolto l’interesse perfino del Zaha Hadid Architects, uno dei più importanti studi di architettura del mondo, a cui è stata presentata lo scorso anno. Nel team ricerca sono inoltre presenti ricercatori dell’Università di Pavia e della Melbourne School of Design.
L’altra parte del progetto, HyparWall (Fallacara-Stigliano) è costituita da una parete diaframmata modulare, costituita da conci di paraboloide iperbolico. I conci sono realizzati sfruttando gli scarti delle lavorazioni lapidee della pietra leccese, utilizzando specifici leganti in grado di realizzare una sorta di pietra leccese ricomposta, del tutto simile all’originale. La ricerca si avvale della collaborazione di una azienda leader del settore, la Pimar (Melpignano-Lecce), e del prezioso contributo della Tarricone Prefabbricati di Corato.
Alla vetrina internazionale di Verona saranno presenti altri due progetti: StonePolySphere e Wave Bottle-Rack, frutto di collaborazioni con importanti aziende attive nel settore della produzione di macchine per le lavorazioni lapidee.
Il primo (Barberio-Fallacara) è essenzialmente una sfera litica, di 1,4 metri di diametro, costituita da una parte inferiore massiva (ricavata dalla fresatura di un blocco di pietra di 1,4 metri di lato e 0,8 metri di altezza) e una parte superiore stereotomica costituita da 120 blocchi traforati. L’aspetto innovativo riguardante la produzione dei conci di questo prototipo è quello di aver utilizzato due strati di pietra incollati tra di loro, restituendo un effetto bicromatico variabile a seconda della morfologia del concio stesso (una sorta di pietra lamellare). La realizzazione si è avvalsa dei macchinari dell’azienda francese Thibaut Sa.
Wave Bottle-Rack (Colella-Barberio) è invece un porta vino di forma sinusoidale realizzato utilizzando la pietra sinterizzata prodotta dalla Dekton, tagliata da Generelli Sa con le macchine water jet prodotte dall’azienda Intermac.
Infine, Lamina (Fallacara-Brunetti) una scala elicoidale costituita da Pietra di Trani lamellare rinforzata attraverso lamine di acciaio inossidabile primo risultato di un lavoro di ricerca applicata del corso di perfezionamento Cesar, il Corso di Alta Formazione applicata in architettura e restauro all’interno della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico.
La scuola barese
Il gruppo di ricerca che ha realizzato tali opere, coordinato dal prof. Giuseppe Fallacara, è costituito da giovani architetti e ricercatori del Politecnico di Bari. È particolarmente attivo nell’aggiornamento dell’architettura e del design in pietra, attraverso le tecnologie di progettazione e fabbricazione digitali, ponendosi idealmente in continuità con l’indirizzo dato più di 20 anni fa alla Scuola di Architettura barese dal prof. Claudio D’Amato Guerrieri. Il gruppo coordina anche il Cesar.