Le opere di Silvio Vigliaturo al Museo del Cristallo di Colle di Val D’Elsa
Silvio Vigliaturo, La via del vetro
8 Aprile – 27 agosto 2017
A partire da sabato 8 aprile 2017, il Museo del Cristallo di Colle Val D’Elsa (SI) ospiterà La via del vetro, personale dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo (Acri, 1949), a cura di Boris Brollo e Francesca Mirabelli. La mostra è intesa come l’ennesima tappa di un percorso espositivo cominciato circa vent’anni fa e che ha toccato alcuni dei luoghi di primaria importanza legati alla tradizione dell’arte del vetro di tutto il mondo: cominciando da Venezia, nel Palazzo delle Prigioni Nuove; passando per Altare, con il Museo di Arte Vetraria; il Museo della Vetrata e il Museo Piero Della Francesca di Sansepolcro; e ancora Taiwan, dove l’artista ha esposto al Hsinchu Municipal Glass-Museum e, successivamente ad Hong Kong, nel 2001; la Fundación Centro Nacional del Vidrio di La Granja de San Ildefonso, a Segovia, in Spagna; al Röhsska Museum di Goteborg, in Svezia, per la mostra Made in Venice e allo European Glass Context, presso Bornholm Art Museum e Grønbechs Gård dell’Isola di Bornholm, in Danimarca; e ancora la mostra Artists in Glass, The International Glass Art Festival, a Waterford, in Irlanda; nel 2006 a Tel Aviv, dove l’ Eretz Israel Museum ha raccolto la storia del vetro con opere dal 1920 al 2005; fino a Orlando, in Florida, nel 2013, con la grande mostra Contemporary Glass Sculpture al OMA (Orlando Museum Of Art), che ha celebrato il 50° anniversario dello Studio Glass, movimento al quale Vigliaturo rientra di diritto, percorrendo un cammino molto personale, indipendente rispetto a scuole e movimenti; e, più recentemente, a Poznan, Wroclaw e al Museo Karkonoskie di Jelenia Gora, in Polonia, in occasione dello European Glass Festival, dove è stato l’unico artista invitato a rappresentare l’arte contemporanea italiana del vetro.
Il Museo del Cristallo di Colle Val D’Elsa, inaugurato nel 2001, si inserisce perfettamente in questa tradizione. Allestito in uno spazio sotterraneo, nell’area un tempo occupata da una delle fornaci dell’ottocentesca fabbrica di Cristallerie e Vetrerie Schmidt o ex vetreria Boschi, il museo è diviso in diverse sezioni che ricostruiscono il percorso compiuto dall’industria vetraria colligiana dal 1820, anno dell’impianto della prima fornace, fino alla piena realizzazione del cristallo al piombo avvenuta nel 1963, presentando esempi di produzione preindustriale e reperti vitrei risalenti al XIV-XV secolo. Attenzione particolare è stata riservata agli articoli di design e quelli incisi con le tecniche più antiche.
Le oltre venti sculture in vetro – la maggior parte delle quali superano i due metri di altezza – fungono da intrusione sinuosa e variopinta in contrappunto all’estrema trasparenza degli oggetti di cristallo esposti negli spazi del museo. L’intero percorso espositivo è toccato da una collezione di volti e corpi ridotti ai lineamenti essenziali, ma arricchiti dalla flessuosa fluidità del segno che ne traccia le sagome e dai colori accesi e vibranti che le riempiono, intrisi della luce catturata dalla massa di vetro, caratteristiche tipiche delle opere dell’artista, che le rendono immediatamente riconoscibili e uniche nel loro genere, facendo di Vigliaturo uno dei più importanti rappresentati della scultura in vetro in Italia e all’estero.
Tutto, nell’arte di Silvio Vigliaturo, trova fonte e nutrimento nel segno. In esso si trova l’origine del procedimento creativo e la matrice che lo accompagna e guida in tutti i suoi stadi e le sue successive manifestazioni. La plasticità del segno trova nella scultura la sua naturale destinazione, sorprendendo per le infinite possibilità di traduzione tridimensionale che emanano da esso, sostenuto dalla ricerca e dalla sperimentazione costanti a cui l’artista sottopone il proprio procedimento creativo.
Ogni tappa della Via del vetro, che ha portato le opere di Vigliaturo in vari Paesi d’Europa, in Asia e negli Stati Uniti, ha visto un’evoluzione nel modo in cui l’artista tratta il vetro e forgia le sue opere, dovuta a una costante ricerca e sperimentazione portata avanti nei forni del suo studio-bottega di Chieri (To), dove nascono le sue creazioni. Perché Silvio Vigliaturo lavora in “bottega”, così egli definisce il suo studio, dove sperimenta con il vetro e crea le sue opere. Quando parla di bottega non lo fa per vezzo, perché l’appartenenza a una bottega fa parte del suo sentire e della sua crescita come artista. È un modo di sentire antico, che rimanda a un mondo in cui l’educazione artistica e l’apprendistato tecnico accanto a un maestro, fino all’autonomia creativa, coincidevano con l’educazione, non solo professionale, e con la presa di coscienza delle proprie potenzialità. Un modo di sentire antico, ma anche assolutamente contemporaneo.
Questa mostra è l’ennesima prova della capacità dell’artista di rinnovarsi arricchendo l’importante impatto visivo delle sue opere, pur mantenendo una cifra stilistica di immediata identificabilità.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo, a cura di Boris Brollo e Francesca Mirabelli, edito da Priuli & Verlucca.