Moda made in Italy, la passione dei russi. Nel 2017 esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento verso la Russia cresciute del 10,8%
Lev Tolstoj nel tratteggiare uno dei più famosi look di Anna Karenina scrive: nobildonna russa vestita con un abito di velluto nero, guarnito di merletti a punto di Venezia e da qui si evince in modo chiaro la passione che l’aristocrazia russa ha sempre nutrito per il ben vestire. Una passione che ha fatto dei russi una fetta importante della clientela internazionale del made in Italy. Nonostante le difficoltà, il 2017 ha segnato la ripresa delle esportazioni in Russia.
Tra gennaio e settembre 2017, secondo le elaborazioni del Centro Studi di Sistema Moda Italia, le esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento verso la Russia sono cresciute del 10,8% in valore, superando i 790 milioni di euro, e del 2,2% in volume. Merito dell’abbigliamento moda, che sta trainando la ripresa: il settore nei nove mesi ha messo a segno un +13,3% in valore, a 693,4 milioni di euro. Nel dettaglio, a crescere sono i comparti calzetteria, che ha registrato un aumento dell’export in valore del 31,4%, con le calze maschili a +75% e le femminili a +85,7%, e la maglieria, che ha chiuso i nove mesi del 2017 con un +27,4%. La maglieria femminile è una delle voci di maggior peso nell’export della moda made in Italy in Russia: vale infatti 85 milioni, in salita del 15,6%. Ma la categoria più esportata rimane l’abbigliamento esterno femminile, 268,6 milioni nei nove mesi, in aumento del 3,9%.
I segnali positivi non arrivano solo dal tessile-abbigliamento: secondo le elaborazioni di Assocalzaturifici, tra gennaio e settembre 2017 l’export di calzature italiane in Russia ha messo a segno un +28,3% in volume e un +18,4% in valore, scacciando i timori di molte aziende che avevano assistito al crollo del fatturato estero nell’area. « La nostra azienda chiuderà l’anno con +20% e dobbiamo la metà della crescita alla Russia – ha detto Annarita Pilotti, titolare di Loriblu e presidente di Assocalzaturifici -. Il mercato è cresciuto del 28% in volume e del 18% in valore, ma il prezzo medio è calato: l’atteggiamento del cliente è più prudente e maturo sul fronte spesa».
Il 2017 è stato dunque l’anno del ritorno dei russi all’acquisto: in patria, ma anche all’estero, con un +28% nella spesa tax free a livello europeo e del 24% in Italia, secondo le stime di Global Blue. E del ritorno delle aziende italiane in Russia: a settembre Zegna ha celebrato il 20esimo anniversario di presenza in Russia con la sfilata di debutto di Alessandro Sartori a Mosca, mentre alla fine di ottobre Ermanno Scervino ha aperto con Bosco dei Ciliegi una nuova boutique a San Pietroburgo e a novembre Valentino ha inaugurato un pop up store da Tsum a Mosca per lanciare il progetto VLTN. Sempre da Tsum, il department store più famoso della capitale, sarà in vendita la collezione P-E 2018 di Cividini: l’azienda italiana, che chiude l’anno con ricavi per 12 milioni, ha scelto di puntare sulla Russia nell’ambito di un processo di internazionalizzazione più ampio. Il 2018 sarà infatti l’anno dell’implementazione del tax free shopping in Russia.
Fonte: ilSole24ore